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Trasporto merci su rotaia, situazione critica per i porti italiani

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Il trasporto ferroviario delle merci in Italia sta attraversando una fase critica, con una contrazione evidente dei volumi e delle operazioni nei porti: è quanto emerge dal III Rapporto Annuale sul trasporto ferroviario merci, presentato da Fermerci alla Camera dei Deputati. Il documento ha certificato la crisi del comparto, segnalando un calo del 5% nel rapporto treni-km tra il 2021 e il 2024 e una flessione del 6% nel traffico ferroviario dei porti nazionali tra il 2022 e il 2024.  

Tra le molteplici cause di questa situazione poco rosea sono addotte l’incertezza normativa, le problematiche infrastrutturali e il protrarsi delle interruzioni ferroviarie dovute ai lavori previsti dal PNRR, con tutti gli effetti sulla capacità operativa degli operatori ferroviari stessi che sono sotto il naso anche dei pendolari. La rete, soggetta a interventi di ammodernamento, rimarrà in parte sottoutilizzata fino al 2027, ben oltre le tempistiche inizialmente previste, creando ulteriori difficoltà per l’intero settore logistico nazionale.  

Il calo dei volumi e la flessione dei porti italiani  

A rappresentare una delle criticità più gravi è però la riduzione del traffico ferroviario nei porti. I numeri raccolti da Fermerci evidenziano una flessione significativa del traffico merci ferroviario nei principali scali portuali italiani, con ripercussioni sull’efficienza logistica e sulla competitività del trasporto su rotaia rispetto ad altre modalità.  

Gli operatori del settore segnalano – in controtendenza con quanto le indicazioni europee e di buon senso vorrebbero – una crescente dipendenza dal trasporto su gomma, che, pur offrendo in questo momento maggiore flessibilità operativa, ha costi ambientali e infrastrutturali maggiori. 

La crisi del trasporto ferroviario sta infatti spingendo molte aziende a rivedere le proprie strategie logistiche, con un possibile incremento del traffico su strada e delle relative problematiche legate alla congestione delle arterie di traffico e alle emissioni.  

Criticità normative e infrastrutturali  

Oltre ai problemi legati ai lavori ferroviari e alla riduzione dei volumi, il settore è penalizzato da una cronica mancanza di certezze regolatorie. Tra le lamentele degli operatori vi sono l’assenza di un quadro normativo stabile, elemento fondamentale per pianificare investimenti a lungo termine. Senza misure chiare e incentivi strutturati, la ripresa rischia di essere compromessa.  

Fermerci ha sottolineato inoltre che, nonostante alcuni segnali positivi come il miglioramento delle capacità dei treni, la logistica ferroviaria necessita di misure strutturali per consolidare il proprio ruolo nella transizione ecologica e nella competitività del paese. Proprio la modernizzazione della rete ferroviaria in corso, sebbene indispensabile per garantire maggiore sicurezza ed efficienza, necessita di essere affiancata da un supporto economico adeguato per evitare infatti il collasso delle aziende di settore, vessate dalle inefficienze della rete.  

Le reazioni politiche e i finanziamenti richiesti  

Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro ai Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione del rapporto, ha riconosciuto la gravità della situazione, sottolineando che il governo è al lavoro per garantire supporto al comparto. Tra le iniziative in corso, ha ricordato l’incentivo al traffico su ferro offerto dal ‘ferrobonus’, la proposta di riforma della governance portuale, in collaborazione con il viceministro Rixi e i finanziamenti esistenti per le aziende in difficoltà, con l’obiettivo di ridurre al massimo il periodo di crisi.

Fermerci, dal canto suo, ha avanzato richieste precise per evitare una ulteriore contrazione del settore, come rendere strutturali gli incentivi al traffico ferroviario, aumentando gli importi del ferrobonus e della norma merci, il rifinanziamento degli incentivi per l’acquisto di locomotive e carri ferroviari, visto che le imprese hanno già investito oltre 700 milioni di euro confidando in un sostegno pubblico che non è ancora stato erogato, e la previsione di adeguati ristori economici per gli operatori colpiti dalle interruzioni della rete.  

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