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Le preoccupazioni della Logistica: inflazione e manodopera

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Quali sono le principali preoccupazioni dei professionisti della supply chain per il 2025? Una serie di indagini condotte tra Nord America ed Europa dipingono un quadro generalmente condiviso: su tutte, i dirigenti della Supply Chain indicano l’importanza di affrontare l’inflazione, le tensioni geopolitiche e la carenza di manodopera, alle quali vengono contrapposte, come potenziali soluzioni, la spinta all’innovazione (AI inclusa) e l’automazione. 

Nord America: inflazione e scarsa manodopera

Il ‘2025 Supply Chain Innovation Transformation Report di Kenco fornisce un quadro sul mondo della logistica professionale del Nord America.

Centocinquanta aziende logistiche nordamericane, intervistate a inizio 2025, hanno indicato come principale preoccupazione dei professionisti della supply chain per quest’anno l’inflazione, con un significativo 68% dei manager che considera questo tema di primaria importanza. 

L’inflazione può influenzare diversi aspetti della logistica, come i costi di produzione, trasporto e stoccaggio: l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei servizi può ridurre i margini di profitto e rendere difficile mantenere prezzi competitivi per i clienti. Di conseguenza, le aziende sono costrette a cercare soluzioni innovative per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi.

Al secondo posto negli incubi della Supply Chain americana c’è la carenza di manodopera, segnalata dal 50% dei professionisti della catena logistica. 

Il problema è particolarmente sentito in settori come l’autotrasporto, il magazzino e la distribuzione, dove la domanda di lavoratori qualificati è elevata, ma stenta a trovare corresponsione sul mercato del lavoro. La mancanza di manodopera è una spina nel fianco dell’industria logistica perché può provocare rallentamenti dei processi e, nei casi più gravi, fermi operativi, aumentare i costi salariali e compromettere la capacità di soddisfare le richieste dei clienti. Non è un caso che per far fronte al problema, molte aziende stiano esplorando l’automazione e l’uso di nuove tecnologie per ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane disponibili.

È conseguente il dato emerso dal sondaggio sul fatto che il 51% dei professionisti della supply chain nordamericana riporti la previsione di un aumento dei budget dedicati all’innovazione per il 2025. Ciò fa immaginare un maggiore impegno nell’investire in nuove tecnologie e nello sperimentare progetti che migliorino i processi.

Logistica nordamericana: soluzioni AI, automazione e 3PL

I manager logistici nordamericani puntano sull’intelligenza artificiale (IA), che emerge come una delle principali soluzioni per affrontare le preoccupazioni della supply chain. Secondo il sondaggio, il 41% delle aziende sta integrando l’IA nelle proprie strategie, con un terzo che già la utilizza per migliorare la visibilità dei dati, il 29% per il controllo qualità e il 26% per ottimizzare la gestione della manodopera. Tuttavia, viene rilevato anche un 35% delle aziende ancora impossibilitato ad utilizzare l’IA a causa delle politiche aziendali.

Il sondaggio ha rilevato anche un grande interesse per l’automazione, con un triplo ex-aequo sugli strumenti che i professionisti cercano di adottare nel prossimo anno: robotica, sensori-identificazione automatica e stampa 3D, rispettivamente al 43, 40 e 40 per cento.

Infine, la scelta degli sviluppatori cui affidarsi per l’innovazione della supply chain è un altro punto chiave indicato dal sondaggio Kenko: il 45% dei professionisti lavora con una combinazione di nuovi e affermati sviluppatori, mentre il 39% si affida esclusivamente a tecnologie affermate. Inoltre, c’è spazio per migliorare la collaborazione con i fornitori di servizi logistici di terze parti (3PL): solo il 13% ha dichiarato che il proprio 3PL ha identificato una necessità di innovazione e solo l’8% ha collaborato con un 3PL per portare in vita una tecnologia.

Logistica europea, tensioni internazionali e manodopera

Nel panorama delle aziende di logistica europee preoccupano soprattutto le tensioni geopolitiche, che prendono il sopravvento su atavici problemi come la carenza ormai cronica di autisti e di manodopera nei magazzini.

Sia il ‘Transportation Pulse Report’ di Transporeon, sia l’indagine “Discover New Paths to supply chain resilience: How are European businesses responding to disruption?” realizzata da Maersk, rilevano la tendenza a mettere l’instabilità economica che deriva dai capovolgimenti di fronte internazionali in cima ai crucci della Supply Chain – l’80% dei circa duemila intervistati da Maersk a fine 2024 e il 56% (condizioni economiche) e 50% (eventi geopolitici) del campione Transporeon.

Fors’anche perché godono dell’aumento collaterale delle tariffe di trasporto, ma i 3PL europei e nordamericani (il Transportation Pulse Report li considera entrambi) si sono dichiarati ottimisti per il 2025 in misura del 75%, contro un più modesto 38% degli operatori di Shipping.

Un problema assai sentito rimane comunque la disponibilità di manodopera: l’autotrasporto ne è afflitto da un decennio e la quota mancante conta all’incirca 60mila autisti solo in Italia, ma non è l’unica branca che deve preoccuparsi di trovare addetti.

Infatti, con un e-commerce che di anno in anno si espande, l’Italia come la UE intera non trovano un adeguato inserimento di figure lavorative specializzate nei magazzini e nella distribuzione: tra le cause, proprio l’aumento del costo del lavoro (il CCNL italiano ha ritoccato del +5% in media i salari) e la complessità della formazione necessaria perché risponda ai requisiti di sicurezza e qualificazione richiesti a livello comunitario. Si tratta di un processo che richiede – giustamente – del tempo, ma che non soddisfa le tempistiche iper-accelerate del mercato.

Nell’indagine Maersk viene riportato un altro dato interessante, che rispecchia una preoccupazione della logistica europea, ossia la diversificazione dei fornitori e un riavvicinamento al continente in modo da mitigare il rischio di future interruzioni della catena logistica: la metà abbondante della Supply Chain europea sta considerando di approvvigionarsi in nuovi Paesi e un terzo del campione intende rivolgersi a nazioni affacciate sul Mediterraneo o addirittura nel Vecchio Continente stesso.

Digitalizzazione anche per la Logistica UE

Infine, quella che ad oggi viene percepita come la panacea di tutti i mali: la digitalizzazione.

Il ‘Transportation Pulse Report’ di Transporeon registra un 51% di aziende europee favorevoli alla digitalizzazione, con una propensione ad integrare nuove tecnologie più spiccata tra i manager europei rispetto a quelli statunitensi (59% contro 39%).

Tuttavia, il quadro dell’indagine Transporeon sulla digitalizzazione riporta i dati con i piedi per terra: la metà abbondante del campione afferma infatti che entro la fine del 2025 prevede di digitalizzare non più del 25% dei processi e una loro automazione in misura superiore al 75% è appannaggio di una nicchia del 10%.

Certo, l’automazione può portare notevoli guadagni in termini di efficienza dei processi logistici, con tagli nell’ordine del 20-30% di costi operativi, tempistiche ed errori; all’AI viene riconosciuta la potenzialità di aiutare il decision making supportandolo con una robusta previsione della domanda, ma alla maggior parte delle aziende mancano sostanzialmente budget e know how per affinarne l’utilizzo in modo che faccia davvero la differenza.

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