Oggi più che mai, stiamo assistendo a un’evoluzione della logistica caratterizzata da un sempre maggiore impegno verso aspetti legati alla sostenibilità ambientale. In questa nuova rubrica, vedremo in che modo è possibile trasformare l’impegno ambientale in azioni concrete.
L’attenzione verso l’ambiente, considerata una chiave strategica per lo sviluppo e l’innovazione aziendale, ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale in molti settori, tra cui quello logistico. Questo può essere dovuto principalmente alla crescente consapevolezza dell’impatto delle operazioni di trasporto, movimentazione e stoccaggio dei prodotti sull’ambiente sia in termini di emissioni di CO₂, sia delle conseguenti esternalità negative che ne derivano (come ad esempio rumore, congestione stradale, incidentalità…). La volontà delle aziende di diventare parte attiva contro il cambiamento climatico spinge quest’ultime a riconsiderare le proprie pratiche, cercando soluzioni più green per ridurre le proprie emissioni di carbonio.
La logistica offre infatti un ampio margine di miglioramento verso la sostenibilità. Le ragioni possono essere molteplici, principalmente legate ai benefici economici derivanti dalla riduzione dell’impatto ambientale, inclusi minori sprechi e miglioramenti nell’efficienza aziendale. Inoltre, le crescenti tendenze negative ambientali, come l’aumento previsto della domanda di trasporto merci entro il 2050, spingono le aziende logistiche a investire in pratiche sostenibili per affrontare sfide come il crescente peso del trasporto e la pressione ambientale derivante dal proliferare dei canali di vendita, in particolare l’e-commerce.
In un’ottica di cambiamento green, la rivista Logistica, in collaborazione con il Green Transition Hub della LIUC-Università Cattaneo ha deciso di attivare una nuova rubrica dal titolo “Green Logistics: dal dire al fare“. Questa iniziativa si propone di ridurre il divario tra le buone pratiche di sostenibilità e le azioni tangibili nel campo della logistica, realizzando una guida per coloro che desiderino partecipare attivamente a questo cambiamento, esplorando le innovazioni, le migliori pratiche e le soluzioni sostenibili che caratterizzano il settore logistico.
I risultati del Green Logistics Survey 2023
Per comprendere al meglio come le aziende si stanno muovendo in termini di sostenibilità, il Green Transition Hub della LIUC-Università Cattaneo ha condotto negli ultimi mesi una survey presso le aziende operanti nei settori manifatturiero, commercio e distribuzione, logistica conto terzi e trasporti con l’obiettivo di comprendere la percezione della sostenibilità da parte delle aziende.
L’indagine ha analizzato il grado di adozione delle migliori pratiche nei 4 ambiti chiave quali l’imballaggio, il magazzino, i trasporti e la supply chain presso le aziende italiane, i risultati raggiunti e le pressioni che spingono le aziende ad adottare soluzioni green. In particolare, dai risultati è emerso come la green logistics sia una tematica particolarmente sentita dalle aziende e, grazie al confronto dei dati con l’anno precedente, è possibile osservare come siano mutati gli sforzi, gli obiettivi prefissati e le pressioni affrontate, offrendo così un quadro più dettagliato delle dinamiche evolutive nel contesto della sostenibilità aziendale.
Alla survey online hanno risposto oltre 500 responsabili logistici, metà dei quali lavorano presso imprese manifatturiere. Un quarto dei rispondenti opera invece nel settore dei servizi di logistica e di trasporto, mentre il restante 20% è relativo ad aziende appartenenti al settore commercio e distribuzione svolgendo quindi attività a partire da magazzini di stoccaggio merci.
Due ulteriori elementi di interesse per definire meglio il campione, coinvolgono la tipologia merceologica e il fatturato aziendale. Come evidenziato nella Figura 2, spiccano le categorie “Macchinari e apparecchiature“, “Alimentare” e “Chimico-Farmaceutico“, che complessivamente rappresentano il 40% dei partecipanti, tutti facenti parte del settore manifatturiero.
Considerando il fatturato aziendale, il quale può essere correlato alla dimensione dell’azienda, si osserva che la maggioranza delle aziende intervistate sono di medie-grandi dimensioni (circa il 35% degli intervistati riporta un fatturato compreso tra 50 e 499 milioni di euro). Questo dato è significativo poiché l’implementazione di nuove tecnologie per la riduzione dei consumi e delle emissioni potrebbe comportare notevoli investimenti iniziali, che non tutte le aziende sono in grado di sostenere, nonostante il loro interesse verso la sostenibilità.
Una volta definito il campione di aziende rispondenti, la ricerca ha voluto indagare innanzitutto quale fosse il livello di commitment verso la sostenibilità chiedendo alle aziende se avessero obiettivi di sostenibilità dichiarati, quali ad esempio il bilancio di sostenibilità o il bilancio sociale, e da quanto tempo.
Il 70% dei partecipanti afferma di aver definito obiettivi sostenibili, e tra questi, il 40% ha iniziato ad adoperarsi in questa direzione da meno di 5 anni.
Questo risultato non soprende dal momento che le tematiche legate alla sostenibilità sono state integrate tra le priorità aziendali solo di recente. Se volessimo approfondire l’analisi filtrando sulla dimensione aziendale, e in particolare sulle Pmi, la percentuale di chi ha obiettivi di sostenibilità scende al 55%.
Sorprendente è invece la percentuale (vicina all’80%) delle imprese di servizi logistici di trasporto che dichiara un forte commitment ai temi ambientali.
Le aree di intervento
Le decisioni orientate alla sostenibilità nel campo della logistica si possono declinare in quattro ambiti chiave: “imballaggi e unità di carico”, gestione dei “magazzini e dell’intralogistica”, “trasporto e distribuzione”, e, in modo più ampio, in tutte le attività connesse alla “supply chain e organizzazione”.
Per valutare il livello di impegno delle aziende in ciascuno dei quattro ambiti sopra citati e classificarli su una scala di importanza, è stato adottato un metodo a punteggio. Per ciascuna delle 4 aree di intervento, è stato assegnato un punteggio da 1 (molto basso) a 5 (molto alto) relativamente alle azioni di sostenibilità intraprese. Moltiplicando il punteggio per la percentuale dei rispondenti che hanno investito in miglioramenti in quella specifica area, è possibile ottenere uno score complessivo che riflette il livello di impegno mediamente adottato.
Dai risultati, emerge che l’attenzione maggiore è stata dedicata ai “magazzini e l’intralogistica”. Sono sempre di più, infatti, gli immobili logistici che investono in soluzioni a basso impatto energetico al fine di ottenere certificazioni di sostenibilità, quali ad esempio LEED o BREEAM. A seguire, in ordine di score, troviamo “trasporti e distribuzione” (3,04 su 5), “imballaggi e unità di carico” (2,89 su 5) e “supply chain e organizzazione” (2,78 su 5).
Volendo confrontare i dati ottenuti sui due anni di analisi (2022-2023) è possibile notare una leggera differenza. In particolare, rispetto al 2022 è cresciuto l’impegno delle aziende nell’ambito dei “magazzini e l’intralogistica”. Questa maggiore attenzione può essere letta come una risposta alla crisi energetica dell’ultimo anno. L’adozione di soluzioni sostenibili non solo risponde alla crescente domanda di responsabilità ambientale, ma rappresenta anche una strategia chiave per ridurre i consumi e la dipendenza dalla fornitura di energia elettrica. Per quanto riguarda invece gli altri ambiti è possibile affermare che nel 2023 si sia ridotto mediamente l’impegno per chi non ha obiettivi di sostenibilità.
Un dato interessante riguarda le Pmi, le quali per il 2023, al contrario della media del campione, hanno investito maggiormente in iniziative di collaborazione nella supply chain.
I benefici per le aziende
Investire in pratiche sostenibili si traduce spesso per le aziende in benefici tangibili su tre fronti fondamentali:
• si manifestano notevoli vantaggi economici attraverso l’ottimizzazione operativa e la riduzione dei costi a lungo termine;
• l’impegno verso la sostenibilità si traduce in un impatto positivo sull’ambiente, contribuendo attivamente alla tutela dell’ecosistema e alla minimizzazione dell’impatto ambientale;
• la gestione più efficiente delle risorse, la ricerca di soluzioni innovative e la promozione di una cultura aziendale orientata alla sostenibilità contribuiscono a potenziare la resilienza e la competitività dell’azienda, generando di fatto una serie di vantaggi operativi.
I benefici economici, che nella survey hanno ottenuto il punteggio più alto, appaiono come andamento in linea con l’impegno che viene profuso nei diversi ambiti di soluzioni green. A fronte di un maggiore impegno nell’ambito “magazzino e intralogistica” è registrato un beneficio a livello di organizzazione dei trasporti e riduzione dei costi dell’energia. Per quanto riguarda invece i benefici dal punto di vista ambientale, essi riguardano specialmente la riduzione dei rifiuti da imballaggio grazie a iniziative di collaborazione e condivisione di asset logistici reusable.
Pressioni degli attori esterni
Le pressioni maggiori arrivano da parte dei clienti e della direzione aziendale (anche se leggermente inferiore nel 2023 rispetto al 2022) mentre quelle minori da parte dei fornitori (sia per il 2022 che per il 2023). Un dato interessante e inaspettato riguarda il livello di pressione provenienti dal mondo del credito: nel 2022 investitori e banche ricoprivano un ruolo marginale, mentre nel 2023 si è registrata una crescita nella percezione di pressioni da parte di quest’ultimi. Complessivamente è possibile affermare che le pressioni esterne hanno registrato il maggiore aumento. Le grandi aziende, specialmente quelle che dichiarano obiettivi di sostenibilità, registrano le pressioni maggiori. Infine, non si è registrata una significativa differenza tra 3PL e aziende manifatturiere.
Misurare per migliorare: i KPI di sostenibilità
Migliorare il proprio impatto ambientale nella logistica prevede l’adozione di un approccio basato sulla misurazione accurata delle azioni intraprese. La valutazione del proprio impatto in termini di consumi ed emissioni di CO₂, costituisce la base per l’identificazione e l’attuazione di strategie di miglioramento mirate. In questo contesto, la misurazione diventa un elemento chiave per un miglioramento continuo verso obiettivi sostenibili e un’impronta ecologica ridotta (i cosiddetti Science Based Target).
Rispetto al 2022 complessivamente l’approccio alla misurazione sembra migliorato. Si conferma ancora il focus sulla misurazione dei trasporti (emissioni di CO₂). In particolare, le aree dove si è registrato il maggiore incremento corrispondono alle aree in cui le aziende hanno dichiarato di essersi impegnate di più (“magazzini e intralogistica“, “trasporti e distribuzione“).
Anche nel 2023 le Pmi misurano meno rispetto alle grandi imprese anche se il dato risulta lievemente miglioramento rispetto al 2022.
Una misurazione accurata delle azioni intraprese è fondamentale per migliorare le prestazioni ambientali. La consapevolezza di questa pratica gioca un ruolo cruciale nell’identificare e implementare strategie di miglioramento. Proiettando lo sguardo al futuro, si auspica un aumento nell’adozione di questo approccio da parte di un numero crescente di organizzazioni, contribuendo così a promuovere la sostenibilità ambientale.
Sfide e successi
Dal prossimo numero questa rubrica approfondirà le soluzioni più innovative e le migliori pratiche che le aziende stanno adottando per rendere la logistica più eco-sostenibile. Questa iniziativa rientra nel progetto di ricerca “Green Logistics Radar”, a cura del Green Transition Hub della LIUC Università Cattaneo in collaborazione con SCS Consulting. Tutti i lettori di Logistica sono quindi invitati a segnalare la propria esperienza di successo, condividendo le proprie soluzioni, sia di natura tecnologiche ma anche semplicemente di matrice organizzativa e comportamentale.
Per informazioni e segnalazioni: greenhub@liuc.it o https://greenlogisticsradar.com
Martina Farioli, Green Transition Hub, LIUC-Università Cattaneo