Nel rimescolarsi delle rotte mondiali dei traffici marittimi e con l’esigenza di nuovi centri di transhipment per le portacontainer che dall’Asia si dirigono verso Occidente, l’India sta emergendo come un attore chiave del settore marittimo globale.
Delhi non nasconde ormai da tempo le proprie ambizioni, che nel comparto dello Shipping si vorrebbero concretizzare espandendo la sua influenza regionale attraverso lo sviluppo di infrastrutture portuali e il rafforzamento delle capacità commerciali.
In questo gioco di equilibri sono particolarmente interessanti i rapporti di forza tra India e il suo vicino Bangladesh, sia dal punto di vista commerciale che marittimo, dal momento che la nazione bengalese è un competitor a basso costo proprio di Delhi che, per la sua necessità di infrastrutture, è anche facile terra di conquista da parte di potenze industriali straniere.
I rapporti commerciali tra India e Bangladesh
Tanto per capire quanto le due nazioni siano legate, vale la pena dare un’occhiata a quanto sta accadendo nel settore tessile: pilastro fondamentale per entrambe le economie, è terreno di contesa e diretta competizione tra i due Paesi.
Nell’ultimo semestre l’India ha visto un incremento crescente delle esportazioni di abbigliamento pronto (RMG): ad agosto 2024 si è registrato un +12%, il più alto aumento mensile dell’anno fiscale. Questo incremento è stato in parte giustificato dai disordini politici in Bangladesh, che hanno destabilizzato la produzione e, di riflesso, le esportazioni del paese.
La crisi interna in Bangladesh ha portato a una diminuzione delle esportazioni di container dal porto bengalese di Chittagong, con un calo dai 78.146 teu di agosto ai 75.603 teu di settembre.
L’India, connotata da un atteggiamento industriale piuttosto aggressivo sotto il governo Modi, sta cercando di capitalizzare questa situazione, con l’Apparel Export Promotion Council (AEPC) che sottolinea la crescente fiducia dei marchi globali nei prodotti made in India. Alcuni aspetti tarpano però le ali gli esportatori indiani, come l’assenza di un accesso duty-free sui principali mercati esteri.
L’aggressività marittima dell’India
Per garantirsi una posizione dominante in quanto ad export, l’India sta investendo pesantemente nello sviluppo di nuove infrastrutture portuali, con lo scopo, nemmeno troppo celato, di rafforzare la sua posizione anche settore marittimo globale.
La congiuntura attuale favorisce infatti Delhi, che si ritrova, proprio assieme al Bangladesh, a rappresentare uno dei pochi attracchi sicuri per le rotte che dalla Cina si dirigono verso il Mar Rosso e l’Europa.
Per fare ciò, le autorità indiane guardano proprio ai più deboli vicini di casa bengalesi e dello Sri Lanka, facendo ‘shopping’ di infrastrutture: il ministro per i porti, la navigazione e le vie d’acqua, Sarbananda Sonowal, ha annunciato consistenti piani per sviluppare il porto di Mongla in Bangladesh e i terminal a Kankesanturai in Sri Lanka.
Progetti di una ramificazione su scala regionale che si aggiungono alle strutture portuali per le quali Delhi ha già stretto accordi con l’Iran, per il sito di Chabahar, e con il Myanmar, per lo scalo di Sitwe.
Capacità portuale e nuove tecnologie
Nei piani dell’India c’è anche il potenziamento delle infrastrutture interne: ad esempio, Delhi ha approvato un mega porto a Vadhavan, nello Stato di Maharashtra nel quale si trovano le città di Mumbai e Pune, che dovrebbe essere operativo entro il 2029.
Questo progetto, insieme a un altro mega porto proposto a Galathea Bay nelle Isole Andamane e Nicobare, mira a catturare il carico trasbordato attualmente gestito fuori dall’India.
La scommessa del governo è di di raddoppiare la capacità container dei principali porti indiani nei prossimi cinque anni, con l’aggiunta di 20 milioni di TEU e la generazione di due milioni di nuove opportunità di lavoro.
A ciò si sommano anche gli investimenti del governo indiano in iniziative per l’idrogeno, con 3.900 acri di terra nei porti di Kandla e Tuticorin destinati a un hub di produzione di idrogeno.
Inoltre, sono stati fatti progressi significativi nella costruzione e riparazione di navi, con piani per stabilire cinque nuove strutture negli stati di Gujarat, Maharashtra, Kerala, Andhra Pradesh e Odisha.
In conclusione, l’India sta chiaramente cercando di affermare un proprio ruolo da “tigre” nel settore marittimo globale, attraverso lo sviluppo di nuove infrastrutture portuali, l’espansione della capacità di gestire container e l’investimento in tecnologie innovative come l’idrogeno.
Per fare ciò, l’India si sta posizionando per sfruttare le opportunità derivanti dai cambiamenti geopolitici e dalle crisi nei Paesi vicini come il Bangladesh, nell’ottica non solo di creare milioni di nuove opportunità di lavoro e di contribuire alla crescita economica del paese, ma soprattutto di rafforzare la posizione dell’India nel commercio marittimo globale.