Tra i tanti sconvolgimenti imposti dal ritorno perentorio al protezionismo da parte degli Stati Uniti, c’è anche lo stop all’esenzione de minimis per le importazioni di basso valore, che interessa, in pratica, il grosso dei volumi in ingresso (e in arrivo dall’Asia) generati dall’e-commerce.
Per capire quanto la decisione sia impattante sul mercato degli acquisti on line e in che modo occorre dare uno sguardo a come funzionava il meccanismo dell’esenzione e a quale scenario va incontro il trasporto aereo.
Negli Stati Uniti, l’esenzione de minimis permetteva alle importazioni di valore inferiore agli 800 dollari di entrare nel paese senza essere soggette a dazi doganali o controlli approfonditi. Questo sistema, introdotto per facilitare il commercio internazionale e ridurre le complicazioni burocratiche, favoriva in particolare le spedizioni dirette dai produttori asiatici ai consumatori statunitensi.
Negli anni molte aziende hanno sfruttato questa opportunità, sino ad arrivare ai casi estremi come Shein e Temu, piattaforme di e-commerce con sede in Cina, che hanno approfittato di questa normativa per contenere i costi e velocizzare la consegna dei prodotti, riducendo la necessità di grandi magazzini di stoccaggio negli Stati Uniti, ma invadendo i mercati occidentali di tonnellate di merci a bassissimo valore.
L’esenzione ha, difatti, reso possibile un flusso costante di pacchi di piccole dimensioni, trasformando il commercio internazionale e incentivando le vendite di prodotti a basso costo. Proprio la crescita esponenziale di questo fenomeno ha attirato l’attenzione dell’amministrazione statunitense, sollevando preoccupazioni su aspetti sia economici, sia di sicurezza che di trasparenza.
La decisione di Washington e le motivazioni ufficiali
La Casa Bianca ha annunciato l’eliminazione dell’esenzione de minimis per Cina e Hong Kong a far data dal 2 maggio 2025: a partire da quel momento, tutte le importazioni provenienti da questi paesi saranno soggette ai dazi doganali ordinari, salvo limitate eccezioni.
Secondo l’amministrazione Trump, la misura mira a colpire le pratiche di spedizione ingannevoli che hanno permesso a molte aziende cinesi di aggirare le tariffe doganali attraverso una strategia commerciale votata alle micro-importazioni.
La Casa Bianca ha citato proprio la crescita di Shein e Temu ad esempio di come il sistema sia stato sfruttato per ‘ridurre artificialmente i costi di importazione’, senza contribuire equamente alla raccolta fiscale statunitense.
Un’altra motivazione addotta da Washington riguarda la sicurezza: le autorità hanno denunciato casi in cui sostanze illecite, inclusi oppioidi sintetici (l’amministrazione statunitense aveva già dichiarato guerra alle importazioni del devastante Fentanyl, in gran parte proveniente dall’Asia), siano state nascoste all’interno di pacchi di valore ridotto, sfruttando l’esenzione per evitare controlli doganali approfonditi. Questa è oggettivamente una vulnerabilità che ha sollevato la necessità di rivedere il sistema e di imporre regole più rigide.
L’impatto sul commercio internazionale
L’eliminazione dell’esenzione de minimis per Cina e Hong Kong avrà conseguenze significative per le aziende che operano tramite micro-importazioni. Le tariffe doganali applicabili varieranno in base al prodotto, ma l’amministrazione ha già stabilito che, per i pacchi spediti tramite il sistema postale internazionale, verrà imposta una tariffa del 30% sul valore del prodotto o una tassa fissa di 25 dollari per articolo qualora il suo valore sia troppo basso, destinata a salire a 50 dollari dopo il 1° giugno 2025.
Questa modifica impatterà aziende che basano la propria strategia su spedizioni dirette e frequenti dai produttori asiatici ai clienti statunitensi, rendendole di fatto impraticabili.
Le stesse Shein e Temu, nell’intenzione di Washington, saranno costrette a rivedere i propri modelli di distribuzione, con potenziali aumenti di prezzo per i consumatori finali.
Inoltre, la decisione crea un precedente per altri paesi: la Casa Bianca ha indicato che l’esenzione sarà rimossa anche per le nazioni soggette a tariffe statunitensi, non appena saranno in funzione sistemi adeguati per la riscossione dei dazi.
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Conseguenze sui controlli doganali e sulla logistica
Proprio la determinazione dei dazi e la loro riscossione porta con sé una grande questione da risolvere. L’abolizione dell’esenzione de minimis porterà, infatti, a un enorme carico di lavoro relativo ai controlli doganali negli aeroporti e nelle strutture postali.
La U.S. Customs and Border Protection ha dichiarato che i pacchi di valore inferiore agli 800 dollari provenienti dalla Cina potrebbero essere soggetti a procedure di ingresso formali, il che causerà possibili ritardi e verifiche aggiuntive. Le autorità postali potrebbero inoltre limitare i volumi di pacchi provenienti da Hong Kong e dalla Cina, aumentando la complessità delle spedizioni per i venditori e-commerce.
Un altro effetto potrebbe essere la riduzione dell’offerta di prodotti cinesi sui marketplace statunitensi. Aziende che si affidavano all’esenzione per competere con i rivenditori locali potrebbero trovarsi a fronteggiare margini di profitto più ridotti e vincoli logistici stringenti.
Scenari futuri e prossimi sviluppi
Nei prossimi mesi, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti presenterà un rapporto per valutare l’impatto della misura. Tra le questioni aperte, vi è la possibile estensione dell’eliminazione dell’esenzione a Macao e ad altri paesi asiatici con forti relazioni commerciali con gli USA.
Mentre le grandi aziende potrebbero trovare soluzioni alternative, i piccoli commercianti e i rivenditori indipendenti potrebbero affrontare maggiori difficoltà. L’evoluzione della politica commerciale statunitense potrebbe anche influenzare l’economia globale, portando altri paesi ad adottare misure simili per proteggere le proprie industrie locali.