ll costo elevato dei carburanti alternativi per il trasporto mercantile è un problema sempre più pressante, soprattutto alla luce dell’aumento dei prezzi dell’energia negli ultimi anni.
I carburanti tradizionali, come il petrolio e il gas naturale, sono in costante aumento mettendo a dura prova le aziende di logistica, costrette a trasferire ai propri clienti, aumentando i prezzi del trasporto delle merci. I costi sempre più elevati.
Per cercare di arginare questo problema, alcune aziende stanno adottando l’uso di carburanti alternativi, quali il gas naturale liquefatto (GNL), l’idrogeno e l’elettrico.
Il GNL è attualmente il carburante alternativo più utilizzato, ha emissioni ridotte, ma i suoi costi sono aumentati notevolmente negli ultimi mesi, a causa della guerra in Ucraina, anche se rimangono competitivi rispetto a quelli del petrolio. Tuttavia, il suo costo è oggi comunque superiore a quello del diesel tradizionale, e le infrastrutture per il suo rifornimento sono ancora limitate.
L’idrogeno è un carburante dalle grandi potenzialità, in quanto è privo di emissioni. Tuttavia, il suo costo di produzione è ancora elevato, e la sua disponibilità è limitata.
L‘elettrico sta riscuotendo sempre più interesse, in quanto è completamente privo di emissioni. Tuttavia, la sua autonomia è limitata, e il costo delle batterie è ancora alto.
Gli obiettivi di decarbonizzazione
La ricerca di carburanti alternativi si intreccia con la necessità del comparto marittimo di conseguire gli obiettivi fissati dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) nel 2023, nell’ambito della sua strategia di decarbonizzazione.
Essi prevedono il raggiungimento di un obiettivo intermedio per il 2030 consistente nella riduzione delle emissioni totali di gas serra del 20%, puntando al 30%, rispetto ai livelli del 2008.
Ad esso seguirà, poi, un obiettivo di lungo termine per il 2050 con la riduzione delle emissioni totali di gas serra del 70%, puntando all’80%, rispetto ai livelli del 2008.
Per raggiungere questi obiettivi, l’IMO ha previsto una serie di misure, tra cui il miglioramento dell’efficienza dei motori delle navi, il passaggio a carburanti sostenibili, come biocarburanti, idrogeno e ammoniaca e lo sviluppo di tecnologie innovative per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS).
La decarbonizzazione del settore marittimo è una sfida importante, ma necessaria per ridurre l’impatto ambientale del trasporto marittimo che è responsabile del 2,5% delle emissioni globali di gas serra, e il suo contributo è destinato a crescere nei prossimi anni.
Alcuni paesi, come la Norvegia e la Danimarca, hanno già fissato obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi per il settore marittimo. La Norvegia ha annunciato che intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e che il settore marittimo dovrà contribuire a questo obiettivo con una riduzione del 90% delle emissioni. La Danimarca ha invece fissato un obiettivo di riduzione del 70% delle emissioni del settore marittimo entro il 2040.
La vela tra limiti e potenzialità
In questo contesto, l’uso delle vele come possibile alternativa sta suscitando un crescente interesse.
Le vele sono una fonte di energia rinnovabile, pulita ed economica. Inoltre, sono in grado di generare una potenza significativa, che può essere utilizzata per alimentare navi di grandi dimensioni.
L’utilizzo delle vele nel trasporto mercantile presenta però anche alcuni limiti.
Le navi a vela sono meno efficienti delle navi a motore; quindi, richiedono più tempo per percorrere la stessa distanza. Inoltre, le vele sono meno controllabili dei motori e sono meno adatte a condizioni meteorologiche avverse.
Nonostante questi limiti, l’uso delle vele nel trasporto mercantile potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile e a basso costo per le aziende di logistica. In particolare, le navi a vela potrebbero essere utilizzate per il trasporto di merci su rotte brevi o in condizioni meteorologiche favorevoli.
L’utilizzo delle vele nel trasporto mercantile è ancora in fase di sperimentazione. Tuttavia, ci sono già alcune aziende che stanno investendo in questa tecnologia. Ad esempio, la compagnia di navigazione danese Maersk ha annunciato la costruzione di una nuova nave portacontainer che sarà parzialmente alimentata da vele.
Attualmente delle 56.500 navi sopra le 1.000 tonnellate di stazza lorda registrate dall’Unctad in tutto il mondo, solo 28 utilizzano anche l’ausilio del vento.
Le ricadute sulla logistica
Le ricadute dell’uso delle vele sulla logistica potrebbero essere significative.
Innanzitutto, l’utilizzo delle vele potrebbe portare a una riduzione dei costi del trasporto merci oltre che contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’uso delle vele nel trasporto mercantile è ancora una tecnologia in fase di sviluppo. Per poter essere una soluzione praticabile, è necessario superare alcuni limiti, come l’efficienza e il controllo.
Diversi sono gli aspetti da considerare in merito alle ricadute sull’attività logistica dell’utilizzo delle vele nel trasporto mercantile.
In primo luogo, le navi a vela possono avere una capacità di carico inferiore rispetto alle navi tradizionali. Questo potrebbe limitare l’utilizzo delle vele per il trasporto di merci voluminose o pesanti.
Da considerare anche i tempi di viaggio più lunghi in quanto le navi a vela sono più lente rispetto alle navi tradizionali, con aumento anche dei costi logistici.
Infine, acquistano grande importanza anche le condizioni meteo che potrebbero limitare l’operatività in determinate condizioni.
Tecnologie in atto ed allo studio
Negli ultimi anni sono state realizzate molteplici navi in grado di sfruttare l’energia del vento e sono stati lanciati numerosi progetti che recepiscono i progressi che la tecnologia continua a compiere.
La tecnologia delle vele rigide, in particolare, è molto promettente ed ha il potenziale per ridurre significativamente le emissioni di gas serra delle navi mercantili.
Ne è esempio la Maersk Mc-Kinney Møller, una nave portacontainer di 200 metri di lunghezza che è stata varata nel 2023. La nave è dotata di un sistema di propulsione ibrida che combina 12 vele rigide con motori elettrici ed è in grado di trasportare fino a 2.000 container con una velocità massima di 15 nodi. Essa può navigare con il vento senza l’uso di motori ed ha già dimostrato di essere in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 20% rispetto a una nave container convenzionale.
Tra i diversi progetti per navi mercantili a vela in fase di sviluppo, la società francese Grain de Sail sta sviluppando una nave cargo di 100 metri di lunghezza che sarà alimentata da un sistema di propulsione ibrido che combina vele rigide con motori elettrici. La nave sarà in grado di trasportare fino a 1.000 tonnellate di merci e avrà una velocità massima di 12 nodi.
In via di realizzazione la Giganot, una nave portacontainer a vela da 20.000 tonnellate di stazza lorda, che sarà costruita nel 2024 da Grain de Sail. La nave è dotata di 14 vele rigide, che le consentono di navigare con il vento senza l’uso di motori diesel. La nave è ancora in progettazione, ma si prevede che sarà in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 50% rispetto a una nave container convenzionale.
Nel 2025 è previsto il varo della Wind Challenger realizzata da Norsepower, portacontainer a vela da 10.000 tonnellate di stazza lorda. La nave è dotata di una vela cilindrica, chiamata Rotor Sail, che le consente di navigare con il vento senza l’uso di motori diesel. La nave è in fase di test, ma ha già dimostrato di essere in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 20% rispetto a una nave container convenzionale.