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Ecommerce, la UE vuole limitare il low cost Made in China

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Il commercio elettronico ha rivoluzionato il modo in cui i consumatori accedono ai prodotti, aprendo le porte a un mercato globale del tutto liberalizzato. Come tutte le novità, ha portato con sé una serie di problemi o, per meglio dire, ha esasperato su scala globale questioni antiche

L’esempio più evidente è l’aumento della vendita di prodotti a basso costo, che online ha trovato uno sbocco prima impensato, al punto che sono nati dei veri e propri specialisti – come i giganti cinesi Shein e Temu – della vendita digitale di prodotti che, singolarmente, valgono pochi euro.

Questa dinamica di mercato, che è stata in grado di coinvolgere milioni di utenti nella sola UE nel giro di pochi mesi, ha reso urgente prendere dei provvedimenti, se non altro per limitare lo squalificarsi progressivo dei mercati che si ritrovano letteralmente invasi da questa miriade di prodotti di scarso o nessun valore – innescando una sorta di “effetto centro commerciale” nei confronti della vendita al dettaglio nelle realtà nazionali. 

La Commissione Europea su è più volte dichiarata decisa a rafforzare le normative per garantire una concorrenza leale e una maggiore protezione dei consumatori anche sul mercato dell’online, ma adesso è attesa una concretizzazione di queste dichiarazioni d’intenti.

Le piattaforme e-commerce Low Cost

A costituire in brevissimo tempo una spina nel fianco della concorrenza sana e leale sono arrivate piattaforme dedicate alla sola vendita di prodotti low cost online, amplificando in maniera esponenziale le dinamiche già incontenibili dell’e-commerce nei confronti del commercio tradizionale.

Queste piattaforme hanno un nome ben preciso, che risponde ai due colossi Shein e Temu: entrambi sono diventati sinonimi di prodotti a basso costo, con un impatto significativo sul mercato europeo. Ma chi sono Shein e Temu?

Entrambe cinesi, si tratta di due piattaforme di e-commerce specializzate nella vendita di abbigliamento e accessori a basso costo. Shein è stata fondata nel 2008 e ha iniziato a espandersi nei mercati internazionali negli anni successivi, raggiungendo una notorietà particolare in Europa grazie ai suoi prezzi competitivi e alla vasta gamma di prodotti disponibili. 

Impressionanti i numeri: nel 2023, Shein ha registrato ricavi per quasi 7,7 miliardi di euro dalle vendite in Europa, con un aumento del +68% rispetto al 2022.

Temu, proprietà di PDD Holdings, è un’altra piattaforma di e-commerce cinese che ha guadagnato rapidamente popolarità facendo concorrenza a Shein sullo stesso terreno, ossia vastità del portfolio prodotti e prezzi stracciati.

Dalla loro comparsa sui mercati europei, tutte e due le piattaforme sono state protagoniste di una crescita eccezionale. Nel 2024, l’Unione Europea ha importato l’impressionante quantità di 4,6 miliardi di articoli di basso valore, confermando un trend di crescita più che lineare: il 2024 ha sfiorato il raddoppio rispetto ai 2,4 miliardi del 2023 ed è stato più del triplo rispetto al 2022

L’esplosività dei marketplace come Temu e Shein, che contano un bacino d’utenza da oltre 75 milioni di clienti nell’UE costruito in pochi mesi, non poteva che sollevare serie preoccupazioni sia per la sicurezza dei prodotti, sia per la concorrenza leale.

La Commissione Europea ha quindi risposto avviando indagini formali sulle pratiche commerciali di queste piattaforme, dovendo garantire la qualità dei prodotti immessi sui suoi mercati interni, la loro sostenibilità economica e dovendo gestire le tensioni derivanti dal sovraccarico dell’infrastruttura logistica – in particolare gli aeroporti, subissati dalle pratiche di sdoganamento della miriade di ordini che viaggiano nelle stive degli aerei passeggeri.

Le contromisure della Commissione Europea

Intanto Brussels ha deciso di iniziare con un investigazione su Shein: in un’azione senza precedenti, la Commissione ha avviato un’indagine formale sulle pratiche commerciali del gigante e-commerce cinese. L’iniziativa fa parte di una strategia più ampia volta a migliorare la sicurezza dei prodotti importati nella UE, rafforzare i diritti dei consumatori e mitigare l’impatto ambientale del commercio transfrontaliero.

In questo senso, una delle misure più significative proposte è la riforma doganale che prevede l’eliminazione dell’esenzione dai dazi per pacchi di valore inferiore a 150 euro. Questa modifica mira a evitare che alcuni venditori si avvantaggino di benefici fiscali, generando una concorrenza sleale con i rivenditori europei e limitando la raccolta delle tasse negli Stati membri.

Il tema della sicurezza dei prodotti e della Lotta agli acquisti compulsivi

Per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza dei prodotti venduti su piattaforme come Shein e Temu, la Commissione propone l’implementazione di strumenti di intelligenza artificiale

Questi strumenti permetteranno di identificare e denunciare prodotti che non rispettano le normative di sicurezza o ambientali, proibendone l’ingresso in Europa. Inoltre, saranno effettuate “mystery shopping” e prove di qualità per ritirare dal mercato articoli rischiosi per i consumatori.

La UE vorrebbe inoltre introdurre una regolamentazione dei cosiddetti ‘sconti falsi’: la Commissione Europea punta infatti a migliorare la trasparenza nelle pratiche commerciali, concentrandosi sui siti web progettati per indurre agli acquisti compulsivi e sulla regolamentazione delle offerte falsate, pratiche che generano confusione tra i consumatori e distorcono la concorrenza.

Un design ecologico

Dal punto di vista ambientale, la UE propone un piano di azione per rafforzare il regolamento sul design ecologico dei prodotti sostenibili, che mira a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti di basso valore economico importati.

Spesso questi vengono spediti direttamente ai consumatori senza un controllo efficace sul loro ciclo di vita o la loro riciclabilità, rappresentando un problema incontrollabile di natura qualitativa e ambientale.

L’impatto sulle catene di distribuzione logistica

L’inasprimento delle normative non influenzerà solo le piattaforme come Shein e Temu, ma imporrà anche dei cambiamenti al settore del trasporto e della logistica. Un maggiore controllo sulle spedizioni, di primo acchito, potrebbe allungare i tempi di consegna e aumentare i costi operativi, ma rappresenta anche un’opportunità per ottimizzare le catene di fornitura e promuovere pratiche logistiche più sostenibili ed efficienti. In particolare, dovrebbe disinnescare la congestione soffocante che attanaglia la distribuzione e lo sdoganamento, ad esempio negli aeroporti, nella UE.

Le misure proposte dalla Commissione Europea mirano a bilanciare la crescita dell’e-commerce con la protezione dei diritti dei consumatori, la difesa dell’industria locale e la tutela dell’ambiente. Con il continuo evolversi del commercio elettronico, sarà fondamentale osservare come queste normative saranno implementate e se riusciranno a risolvere i problemi sollevati dall’invasione di prodotti low cost da parte di Shein e Temu.

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