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Crescita della logistica e trasporti containerizzati, stime in chiaroscuro

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Logistica e trasporto containerizzato sono scossi da una trasformazione globale, innescata dalle dinamiche economiche, politiche e commerciali che sono sotto gli occhi di tutti: si parla ormai apertamente di crisi della globalizzazione e dei sistemi economici occidentali. 

Secondo il rapporto dell’istituto finanziario spagnolo Crédito y Caución, le previsioni di crescita per il trasporto mondiale evidenziano un consolidamento della produzione, trainato dalla domanda dei consumatori e dall’espansione manifatturiera. Tuttavia c’è un però, ossia l’evoluzione dei dazi imposti dagli Stati Uniti alle importazioni cinesi che sta alterando i flussi commerciali, con ripercussioni anche per il mercato europeo.  

Logistica mondiale e trasporto containerizzato: prospettive di sviluppo

Considerando il biennio 2025-2026, Crédito y Caución prevede il trasporto globale in crescita – del 4,1% nel 2025 e del 3,7% nel 2026. Nella zona Euro la stima si ridimensiona sino al 2%

Questa espansione è sostenuta principalmente dalla crescita industriale nelle Americhe, in Asia-Pacifico e solo in terza posizione in Europa, con una domanda crescente di servizi logistici da parte dei consumatori.  

In Europa la crescita rimane contenuta anche per via di criticità logistiche esistenti: il settore logistico europeo, di per sé, mostra segni di stabilità con una previsione del 2% di crescita nel 2025, ma rimane esposto a problematiche come l’aumento dei costi di trasporto marittimo e la congestione sofferta da molti hub portuali. A pesare su queste stime, la crisi geopolitica del Mar Rosso, che nel 2024 ha incrementato i costi operativi per le compagnie marittime, riducendo i margini di profitto.  

Sono invece le aree dell’Asia-Pacifico e delle Americhe a costituire il motore della produzione manifatturiera: le economie asiatiche e del Nord America registrano indubbiamente una domanda più sostenuta per il trasporto containerizzato. 

L’espansione manifatturiera in Cina, ma in particolar modo in India e nel Sud-est asiatico, dove sono cresciuti hub di transhipment notevoli come alternative agli scali delle rotte attraverso il Mar Rosso, contribuisce alla crescita della logistica, con un’accelerazione del commercio elettronico e dell’export verso i mercati globali.  

La segmentazione del mercato: chi cresce e chi rallenta

Tra i sottosettori del trasporto containerizzato, il trasporto terrestre e lo stoccaggio segnano una crescita limitata (+3,7%), mentre il trasporto aereo migliora con un incremento del 6%. Questo trend rispecchia i nuovi modelli di consumo e le modifiche delle catene di approvvigionamento, che prediligono la rapidità rispetto al risparmio sui costi.  

In questo contesto andrà monitorato l’effetto della revoca delle esenzioni ‘de minimis’ da parte di Washington per quanto riguarda le importazioni cinesi via trasporto aereo: la misura, operativa dal 2 maggio, aumenta i costi di ingresso per le piccole spedizioni, di valore inferiore agli 800 dollari.

Si sono già visti effetti significativi sul mercato della logistica aerea, con UPS e FedEx che hanno introdotto sovrapprezzi ed Hong Kong Post che ha bloccato le spedizioni verso gli USA. Il traffico via aerea si sta ora riallineando, con un incremento delle tariffe di trasporto a partire da $5.50/kg.  

Dazi USA: calo della domanda e dei volumi

Le nuove politiche tariffarie statunitensi improntate ad uno spiccato protezionismo stanno, in queste prime battute, incidendo pesantemente sui flussi commerciali, con effetti diretti e indiretti sulla logistica mondiale. L’imposizione di un dazio del 145% sulle esportazioni cinesi ha, da solo, provocato una riduzione drastica del traffico containerizzato tra Cina e Stati Uniti, registrato a partire dal 9 aprile.  

A determinare il calo sono state le stesse aziende americane, che hanno iniziato a cancellare ordini, riducendo il carico sulle navi in partenza dalla Cina, portando i principali trasportatori marittimi a cancellare molte partenze, con una dinamica simile a quella osservata all’inizio della pandemia. La conseguente diminuzione del commercio transpacifico che ne è derivato ha modificato le rotte di esportazione, con possibili riallocazioni verso mercati alternativi che potrebbero stabilizzarsi qualora la situazione permanesse, come l’Europa e l’India.  

Effetti indiretti sulla UE: congestioni portuali e qualità delle importazioni

L’Unione Europea, in attesa di capire in che modo e se si normalizzeranno i rapporti commerciali con Washington, si è posta un altro problema, ossia come affrontare la possibile ondata di merci cinesi derivante dalle cancellazioni di ordini americani

La Commissione Europea è decisa a tener d’occhio le importazioni, preoccupata dall’aumento del traffico containerizzato nei suoi porti. Un eccesso di spedizioni potrebbe aggravare i problemi di gestione dei flussi portuali e aumentare i costi per le aziende europee, ma anche drogare i mercati interni con l’iniezione di enormi quantità di merci a bassissimo costo.  

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