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Cargo aereo: dopo i picchi da front loading crollano i volumi

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Il trasporto merci per via aerea sta attraversando, come tutto quanto riguardi la logistica e la catena di approvvigionamento e distribuzione globale, una fase di forte instabilità. 

Dopo un primo trimestre del 2025 caratterizzato da una crescita sostenuta dei volumi, alimentata dal front loading, ossia dalla corsa al fare inventario dovuto all’incertezza sulle tariffe che gli Stati Uniti avrebbero imposto, il settore registra ora un brusco calo. 

Secondo i dati di WorldACD Market Data, nella settimana 14, ossia quella che andava dal 31 marzo al 6 aprile, il tonnellaggio globale è diminuito del 7% rispetto alla settimana precedente, un rallentamento che si manifesta soprattutto sulle rotte Cina-USA. 

Tuttavia, le tensioni commerciali stanno generando effetti collaterali ben oltre l’asse Asia-Occidente, con impatti significativi su altre regioni e strategie aziendali.  

Le cause del calo: tra stagionalità e tensioni geopolitiche

Una parte della flessione è attribuibile alla stagionalità, in particolare alle festività dell’Eid – ossia del Ramadan – che hanno ridotto temporaneamente le prenotazioni da parte di tutto il mondo arabo e delle comunità islamiche. Tuttavia, il calo più preoccupante è evidentemente legato alla crescente incertezza commerciale globale.  

La recente ondata di dazi statunitensi e la revoca delle esenzioni de minimis per le spedizioni dalla Cina e da Hong Kong – che, però, sarebbe riduttivo ascrivere ad una sola guerra commerciale USA-Cina – hanno alimentato l’incertezza tra le imprese, rallentando gli ordini e spingendo le aziende a posticipare decisioni.  

Ecco son giustificato il perché del fenomeno del front loading, che nei mesi precedenti ha portato le imprese a accumulare inventari, arrivando così ad un paradossale eccesso di scorte e riducendo così la necessità di nuove spedizioni, con la speranza di ottenere nel frattempo una maggiore chiarezza sulla politica commerciale americana.  

Tutto ciò ha innescato per l’ennesima volta la volatilità della domanda, con i recenti aumenti nei costi delle materie prime e l’instabilità delle catene di approvvigionamento a rendere il commercio globale meno prevedibile, con effetti diretti sul cargo aereo.  

Effetti collaterali sulle rotte globali

Sebbene la maggior parte dell’attenzione sia rivolta ai flussi tra Cina, Hong Kong e Stati Uniti, il rallentamento del cargo aereo sta incidendo anche su altre regioni. 

Giappone e Taiwan sono tra queste: le spedizioni verso gli USA sono calate del 7% WoW (Week on Week), indicando che l’incertezza commerciale sta colpendo anche economie asiatiche altamente integrate nel commercio internazionale.  

Ci sono poi le rotte intra-Asia, dove la riduzione della domanda occidentale sta spingendo alcune aziende a riorientare le spedizioni su mercati più sicuri. Solo le rotte tra Cina e l’area ASEAN (Asia-Sud Est asiatico) mostrano segnali di recupero, con una crescita della domanda di trasporto aereo intra-regionale.  

Si registra poi una crescita dei volumi in volo tra Europa e Medio Oriente, in quanto le tensioni tra USA e Cina stanno spingendo alcune imprese europee a diversificare le proprie forniture, incrementando i volumi verso destinazioni meno esposte alle dispute tariffarie.  

Prezzi e prospettive future

Nonostante la diminuzione della domanda, i prezzi del trasporto aereo continuano a crescere. WorldACD segnala un aumento del 2% WoW e del 3% su base bimensile, con tariffe del 3% superiori rispetto allo stesso periodo del 2024.  

Guardando avanti, le prospettive dipendono dalle evoluzioni politiche e dalla stabilità delle catene di approvvigionamento. A tal proposito ci si aspettano diversificazioni relative alle strategie di spedizione, a proposito delle quali le aziende potrebbero preferire rotte meno soggette a tensioni geopolitiche, il che potrebbe suggerire un incremento di spedizioni verso l’Europa e l’America Latina.  

È poi da monitorare il ruolo che possono giocare gli hub alternativi in Paesi come Vietnam, India e Emirati Arabi Uniti, che potrebbero emergere come snodi strategici, dato il loro aumento di attività nel settore cargo aereo negli ultimi mesi.  

Infine, si possono preventivare possibili interventi governativi: se la guerra commerciale dovesse intensificarsi, alcuni governi potrebbero, ad esempio, incentivare l’uso di trasporti marittimi o ferroviari per ridurre la dipendenza dal cargo aereo. A tal proposito, già durante il Covid i trasporti ferroviari intercontinentali tra Europa e Asia avevano assunto un peso decisamente più forte.

Si può quindi affermare che il settore del trasporto merci via aerea sta vivendo una fase di transizione successiva ai picchi di volumi dovuti al front loading, con le tensioni geopolitiche e la volatilità delle scorte che hanno indotto una riduzione della domanda. Le rotte tradizionali stanno subendo un rallentamento, ma nuove opportunità stanno emergendo in mercati alternativi, per quanto una sostituzione ‘alla pari’ sia di difficile realizzazione nel breve come nel medio termine.  

Se la guerra commerciale tra USA e Cina continuerà a evolversi, il cargo aereo potrebbe subire ulteriori trasformazioni, con cambiamenti nelle strategie delle imprese e nelle dinamiche di trasporto globali.  

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