Nel contesto economico attuale, caratterizzato da un rallentamento della crescita globale e da una spiccata instabilità geopolitica derivante dal ribaltamento delle storiche certezze dei modelli di mercato, le aziende non possono che affrontare difficoltà crescenti nel mantenere operativa e competitiva la propria supply chain.
La guerra commerciale tra grandi economie, come lo sono Stati Uniti e Cina, ha introdotto barriere tariffarie e restrizioni alle esportazioni, innestandosi in uno scenario che ormai da alcuni anni ha messo sotto pressione costi e margini di profitto per via di tassi di interesse estremamente fluttuanti e di una perpetua crisi energetica. Con un simile orizzonte davanti, proteggere le supply chain dalla recessione diventa una necessità strategica per garantire stabilità e crescita nel lungo periodo (o, almeno, provarci).
Le recessioni economiche storicamente si propagano a macchia di leopardo tra i settori industriali, senza fare troppe eccezioni: portano con sé la riduzione della domanda, provocano l’aumento dell’instabilità finanziaria e mettono a dura prova le reti di fornitori. Ciò significa che nessuna catena di approvvigionamento può considerarsi al sicuro: un’interruzione in un solo segmento della supply chain può generare effetti a cascata, compromettendo produzione, distribuzione e capacità di soddisfare i clienti. Per evitare di rimanere impantanati nell’incertezza, le aziende devono adottare strategie improntate alla resilienza che permettano loro di affrontare queste sfide con flessibilità e rapidità.
L’impatto della guerra commerciale e del rallentamento economico sulle supply chain
Negli ultimi anni, le tensioni geopolitiche hanno avuto un impatto significativo sulle catene di approvvigionamento globali, portando all’impraticabilità di determinate aree geografiche o a rischi collaterali altissimi, fattori che hanno aumentato i costi per molte imprese, spingendole a riorganizzare le loro reti di fornitura per ridurre la dipendenza da determinati paesi. Parallelamente, il rallentamento economico ha reso più difficile l’accesso al credito e ha limitato la capacità di investimento, generando problemi di liquidità.
Adesso, l’imposizione di dazi sulle importazioni rischia di mettere ulteriore pressione sulla Supply Chain, riproducendo artificialmente le condizioni sopracitate.
La combinazione di questi fattori ha, negli anni, evidenziato la vulnerabilità di supply chain troppo centralizzate o poco diversificate. La crisi del trasporto marittimo vissuta con la pandemia, con container bloccati nei porti e costi di spedizione in aumento, ha mostrato come un’improvvisa instabilità – anche di natura economica – possa compromettere le operazioni globali. Per questo, le imprese devono sviluppare strategie proattive per ridurre i rischi e costruire supply chain più resilienti.
Strategie per una supply chain resistente alla recessione
Le aziende possono adottare diverse misure per migliorare la resistenza delle proprie supply chain. Alcune strategie si concentrano sulla diversificazione dei fornitori, sulla digitalizzazione dei processi e sulla gestione ottimizzata dell’inventario.
- Diversificare la rete di fornitori
Uno degli errori più comuni commessi delle aziende è l’affidarsi a un numero ristretto di fornitori, spesso concentrati in una sola area geografica.
Essere dipendenti da pochi fornitori aumenta il rischio di interruzioni in caso di imprevisti, siano essi crisi economiche, disastri naturali o instabilità politica.
Per fare un esempio ben noto, dopo il terremoto di Tōhoku nel 2011, Toyota ha imparato una lezione fondamentale: la necessità di ridurre la dipendenza da singoli fornitori. L’azienda ha quindi mappato la propria rete di approvvigionamento, diversificato geograficamente la produzione e standardizzato componenti per rendere più facile la sostituzione dei fornitori in caso di emergenza.
Ottimizzare inventario e logistica
Anche il magazzino è parte integrante di una strategia rivolta alla resilienza: gestire l’inventario in modo strategico aiuta a ridurre sprechi e vincoli finanziari. Il punto importante è resistere alla tentazione istintiva di accumulare scorte: specie durante le recessioni, l’accumulo di scorte può immobilizzare capitale prezioso e generare costi eccessivi di magazzino, passando dall’essere una risorsa all’essere una zavorra.
Per evitare questo rischio, aziende come Zara applicano il sistema Just-In-Time (JIT), producendo piccoli lotti e rifornendo frequentemente i negozi per evitare eccedenze. Grazie alla raccolta di dati in tempo reale dai punti vendita, Zara riesce ad adattare rapidamente la produzione alla domanda dei clienti, riducendo sprechi e mantenendo un’alta flessibilità operativa.
- Implementare tecnologie avanzate
L’automazione e la digitalizzazione dei processi migliorano l’efficienza operativa, riducendo i costi e aumentando la capacità di adattamento alle fluttuazioni del mercato.
In questo caso un esempio arriva da Amazon, che utilizza robot nei centri di distribuzione per accelerare il processo di picking e packing, mentre l’intelligenza artificiale ottimizza le previsioni di domanda e la logistica.
Grazie a questi investimenti, Amazon è riuscita a mantenere prezzi competitivi e una gestione ottimale dei flussi di magazzino anche durante periodi di incertezza economica.
- Rafforzare la gestione finanziaria
L’accesso al credito e la gestione del flusso di cassa sono essenziali per affrontare le crisi economiche.
Durante il terremoto del 2011 in Giappone, Apple ha adottato misure proattive per garantire la stabilità finanziaria della propria supply chain, diversificando la base di fornitori e rafforzando le proprie riserve di liquidità. Questa strategia ha permesso all’azienda di superare la crisi senza interruzioni nella produzione.
- Migliorare la visibilità e la reattività
Monitorare in tempo reale lo stato delle spedizioni, l’inventario e le prestazioni dei fornitori permette alle aziende di rispondere rapidamente ai cambiamenti di mercato.
In un settore che sembra contraddistinto dal lento muoversi delle portacontainer, è utile l’esempio di Maersk, che ha introdotto tecnologie IoT e blockchain per tracciare i container in tempo reale, aumentando la trasparenza nelle operazioni e migliorando la sicurezza nelle transazioni globali.