Search
Close this search box.

Una supply chain instabile è nemica del trasporto sostenibile

Condividi

Più le Supply Chain globali sono instabili e soggette ad interruzioni, meno le soluzioni di trasporto sostenibile trovano attuazione.

È la tesi espressa dai partner di McKinsey & Co durante il Flexport Global Logistics Outlook: il fatto che le interruzioni nella supply chain stiano spingendo gli obiettivi di trasporto sostenibile in secondo piano è dovuto al fatto che queste interruzioni sollevano dubbi sulla disponibilità a pagare per la sostenibilità da parte delle aziende.

Il caos nelle catene di approvvigionamento globali e regionali portato dai rovesci geopolitici e dalle mosse di molti governi sta mettendo il trasporto “green” in una posizione di scarsa priorità: la Supply Chain è, di fatto, più concentrata sulla propria sopravvivenza che su altro.

Preferenze dei consumatori e realtà del mercato

Nonostante il crescente interesse dei consumatori per la sostenibilità, la volontà di pagare di più per opzioni di trasporto ecologiche non si è ancora davvero manifestata su larga scala. Il CEO di Flexport, Ryan Petersen, ha osservato che, mentre in Europa si riscontra una maggiore proattività nell’adottare pratiche sostenibili, negli Stati Uniti le aziende stanno ancora cercando di convincere i clienti.

Si rilevano pertanto delle vere e proprie contraddizioni tra le preferenze dichiarate e le azioni concrete dei consumatori statunitensi: i dati del McKinsey 2024 Voice of Consumer Survey mostrano che il 60% dei consumatori finali valuta la sostenibilità dei prodotti, ma solo il 35% sarebbe disposto a pagare di più per una spedizione ecologica.

Impatto delle interruzioni sulla Supply Chain

Le problematiche che hanno curvato la traiettoria del 2024, come la crisi del Mar Rosso, hanno causato un aumento significativo delle emissioni di carbonio

Xeneta ha evidenziato che le velocità di navigazione più elevate, adottate per compensare i ritardi, hanno direttamente influenzato le emissioni: i dati disponibili mostrano che la rotta ‘Far East to Mediterranean fronthaul’ ha prodotto il 60,1% in più di emissioni per tonnellata di carico rispetto all’anno precedente.

Le prospettive future per la sostenibilità

Nonostante la crescente attenzione verso la sostenibilità, le interruzioni nella supply chain e altre problematiche in corso stanno rallentando il progresso delle soluzioni ‘Green’

Il passaggio modale dal trasporto aereo a quello marittimo potrebbero rappresentare una soluzione immediata, tuttavia, anche in questo caso, l’adozione di biocarburanti rimane costosa e complicata a livello globale.

Forse il 2025 porterà maggior stabilità al mercato, permettendo di dare maggiore priorità alla riduzione delle emissioni di carbonio, ma, nel frattempo, la strada verso la sostenibilità nel trasporto resta accidentata e richiede un impegno continuo sia da parte dei consumatori che delle aziende.

Ti potrebbero interessare