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Luisa Pecorari (Dr. Schär), specchi diversi per un unico soggetto

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Come riconfermare il vantaggio della trasversalità della funzione logistica alla luce dei cambiamenti e delle esigenze di oggi? Ne parliamo con Luisa Pecorari, director of Global SCM in Dr. Schär, casa specializzata nella ricerca, produzione e commercializzazione di prodotti senza glutine, aproteici e per fini medici speciali.

Come è approdata al mondo della logistica in ambito food?

Sono entrata nel mondo della logistica ‘per caso’: mi laureo in Economia e Commercio presso l’Università di Parma. Durante il mio percorso di studi, ho l’opportunità di frequentare il corso di Ricerca Operativa, un punto di riferimento importante nella mia formazione, che mi ha introdotto ai principi della supply chain e ai concetti della logistica, argomenti che mi interessano e mi appassionano da subito. Poi da emiliana, inizio e proseguo la mia carriera sempre in aziende italiane del food, tra cui Barilla e Grandi Salumifici Italiani per approdare, in Dr. Schär“.

Una carriera che ha visto da vicino l’evoluzione della logistica.

Se riavvolgo il nastro del mio percorso lavorativo, sono stati fatti grandi passi. Logistica e pianificazione della filiera hanno assunto progressivamente un ruolo rilevante all’interno delle organizzazioni aziendali, ruolo che va oltre alla gestione ordinaria quotidiana. Credo che l’esperienza della pandemia sia stata un vero e proprio banco di prova; dal processo di pianificazione della domanda, alla gestione delle scorte fino alla consegna al cliente finale, lavorando con un approccio ancora più integrato da monte a valle e sui diversi orizzonti temporali. Dal punto di vista di supporto digitale parlerei di una evoluzione accelerata, almeno rispetto a quando io sono approdata nel mondo del lavoro. Gli strumenti oggi a disposizione sul mercato, ad esempio machine learning e intelligenza artificiale, possono aiutare molto“.

AI: qual è la sua esperienza in merito?

In Dr. Schär, negli ultimi anni, abbiamo investito sulla revisione dei processi di pianificazione all’interno della supply chain, partendo dalla previsione della domanda fino allo scheduling delle fabbriche e pianificazione dei flussi inbound, centralizzando la funzione a livello globale e facendoci supportare dall’introduzione di un sistema evoluto. Prima ancora dell’implementazione della soluzione tecnica, abbiamo disegnato processo e modello organizzativo a supporto e definito le competenze necessarie sulle quali investire. Sulla base dell’esperienza maturata, l’implementazione di sistemi di questo tipo è una condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere dei risultati. Di fatto questi strumenti richiedono un lavoro di analisi più ampio circa la definizione dei processi end to end, la qualità e la consistenza dei dati, e da ultimo anche la definizione dell’organizzazione che li utilizza in termini di competenze, capacità e approccio“.

Importantissimo quindi avere dati alla base consistenti.

Non solo, ma anche processi chiari e integrati. In tutta la fase antecedente la realizzazione, molto tempo è stato speso nel portare a bordo non solo le funzioni coinvolte direttamente dal cambiamento, ma quasi tutte le funzioni aziendali“.

Come si declina nel concreto, oggi, la logica del rischio? Quali contromisure per non eccedere in prudenza?

Significa soprattutto essere in grado di disegnare scenari alternativi, talvolta con un grado di accuratezza e precisione inferiore, ma più velocemente rispetto al passato, prestare attenzione ai segnali deboli e leggere in modo critico le tendenze dal mercato, continuare a confrontarsi in modo costruttivo con i diversi attori della filiera“.

E oggi, quali sono le priorità?

All’esordio del problema pandemico nelle mie ricerche, tra le varie interviste e posizioni di settore, già si evidenziava il passaggio dal ‘just in time’ al ‘just in case’. Espressione che ho fatto mia e che rappresenta la situazione attuale. Se prima si lavorava sull’accuratezza e la precisione per minimizzare gli effetti sulla filiera soprattutto in termini di costi, oggi abbiamo altre priorità: garantire il servizio in primis, cosa per niente scontata in mercati talvolta attraversati da turbolenze, rispettando le esigenze di sostenibilità sempre più presenti“.

Eppure, dopo l’esperienza della pandemia lo slogan è stato “back to normal”.

Certamente. Ma siamo così sicuri che questo “normal” così definito, sia la cosa giusta per il tempo che viviamo adesso? Rimettersi in moto sì, tutti lo abbiamo fatto con ottimi risultati, ma non occorre forse anche rimettersi in gioco? Dobbiamo riconoscere in quella grande disruption che è stata la pandemia, lo spunto per riapprezzare temi quali, a titolo di esempio, la gestione delle scorte lungo la filiera e la sostenibilità“.

A questo proposito parliamo di pianificazione, quale revisione critica?

Oggi questa funzione, come altre, contribuisce alla sostenibilità in tutte le sue forme (non più solo economica). Rappresentando una testa di ponte con il mercato, spesso la funzione logistica è chiamata in causa per dialogare con gli interlocutori a monte e a valle. In particolare, con il trade, cosa che ci fa ripensare ad esempio sui comportamenti di riordino o sulle pallettizzazioni per cercare di saturare al meglio le tratte“.

E per quanto riguarda la logistica?

Il nostro modello è quello di affidarci sul mercato a degli operatori logistici presso i quali consolidiamo le nostre scorte. L’idea è sempre quella di digitalizzare il più possibile, soprattutto nell’interscambio delle informazioni. Intratteniamo rapporti di collaborazione lunghi all’interno dei quali abbiamo modo di avere un confronto concreto e costruttivo, utile anche a riconoscere per tempo i trend del mercato. Per noi e soprattutto per il tipo di prodotto che forniamo, è essenziale come detto poc’anzi, garantire il servizio. Scegliamo sempre operatori in grado di soddisfare la multicanalità: retailer, farmacie, grossisti ecommerce in ogni geografia dove siamo presenti. Devono rispondere alle nostre richieste e requisiti e quelli dei nostri clienti. In questo modo riusciamo ad essere presenti in più di cento paesi. In molti mercati abbiamo punti di consolidamento degli stock come in Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Turchia e in alcune parti del mercato dell’Est Europa oltre che Stati Uniti d’America e Brasile“.

Avete approcci strategici differenti per i vari mercati?

Dal punto di vista logistico, a livello internazionale, non abbiamo differenti approcci strategici. La relazione che declina l’operatività con i nostri operatori logistici rimane invariata per i diversi mercati. Le esigenze specifiche appartengono al contenuto della prestazione di servizio che chiediamo in merito ai canali o mercati che serviamo. Di fatto questo ci consente di osservare, da un punto privilegiato, prestazioni e competenze logistiche offerte dai provider a livello internazionale, proprio come specchi differenti in merito allo stesso oggetto“.

Qual è il suo impegno nei confronti delle persone e della sua organizzazione?

Mi sento di avere un’età e un’esperienza che mi chiamano a ricoprire anche un altro ruolo: credo fortemente nella formazione, nel contatto con le persone e, a maggior ragione, con gli strumenti a supporto di cui disponiamo oggi. Avere la possibilità di disegnare o riapprezzare un processo, una procedura, un modello, confrontandosi a livello internazionale, è una grande opportunità, fonte di ispirazione per me ma anche di formazione per le mie persone. Questo arricchisce di un senso più profondo il lavoro che amo per la sua peculiarità ma anche per la rete di persone, competenze e culture che coinvolge. Il valore di questo punto privilegiato da cui osservare il mercato e il mondo non può essere trattenuto ma deve essere trasmesso a tutte le persone che con il loro impegno contribuiscono allo sviluppo dell’azienda, senza stancarsi mai di lavorare sulle competenze e sui contenuti“.

Sostenibilità: la strada di Dr. Schär

Il concetto di sostenibilità è cambiato nel tempo e il tema viene affrontato da Dr. Schär nella sua trasversalità, evidenziando tutte le leve possibili utili a raggiungerne l’obiettivo. Questo trend è diventato materia di confronto e progettualità con gli operatori logistici a livello internazionale, insieme ai quali il gruppo sta valutando soluzioni di trasporto a minore impatto ambientale.

Come modello ispiratore per la sua strategia di sostenibilità, Dr. Schär ha scelto di perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’ONU.

I pilastri dell’azione di Dr. Schär sono quattro: la promozione della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile, gli imballaggi green, la riduzione dell’impronta di CO₂ e il sostegno alla diversità e all’inclusione.

Nell’ambito specifico della logistica, i compiti sono essenzialmente due: riapprezzare i modelli fino ad ora utilizzati e quindi procedere ulteriormente all’ottimizzazione dei processi, per ridurre le emissioni di CO₂.

La maggiore iniziativa del 2024 a livello aziendale riguarda la revisione della movimentazione strato pallet.

A livello aziendale, è stato completato il progetto di sostenibilità legato a Mastro Panettiere, uno dei best seller del gruppo nel mondo, eliminando il vassoio che conteneva il pane e ridotto la plastica della confezione esterna.

Grazie alla riduzione degli incarti, è stato possibile trasportare il 30% in più di pane in un unico viaggio, con un calo di quasi 800 camion in un anno.

La carta d’identità di Luisa Pecorari
Chi è Luisa Pecorari: determinata, sportiva che crede nel valore dello scambio (generazionale e non) di competenze.
Sport: basata in Alto Adige, vive la montagna in tutte le sue forme, con passeggiate ma soprattutto escursioni in bicicletta.
Ultimo libro: “Fiore di Roccia”, la storia delle portatrici durante la Prima guerra mondiale sul monte Pal Piccolo, un libro potente che fa vedere una parte di umanità spesso non considerata che sono le donne, con la loro tenacia.
Messaggio in bottiglia: una frase di Baden Powell,look wide, and even when you think you are looking wide, look wider still”, e un consiglio: darsi il tempo per scoprire le potenzialità reciproche e riconoscersi per il proprio valore al di fuori dei ruoli.

Silvia Grizzetti

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