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Nuovo piano di decarbonizzazione UE: cosa c’è da sapere per gli autotrasportatori

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La Commissione Europea ha recentemente introdotto un nuovo Piano d’Azione Industriale che mira a ridefinire la strategia di decarbonizzazione dell’Unione Europea. Tra le novità principali c’è il rinvio delle date di misurazione delle emissioni, ora posticipate all’inizio del 2028. Questo rinvio offre ai produttori di veicoli un po’ di tregua dalle pesanti multe miliardarie. Il piano propone anche una nuova strategia di incentivi per promuovere progetti di decarbonizzazione, ma ha suscitato preoccupazioni significative nel settore dei trasporti.

Perché il settore dei trasporti è preoccupato 

Il nuovo piano ha lasciato grandi interrogativi e diffuso un certo pessimismo tra gli autotrasportatori. Nonostante alcuni accolgano con favore l’iniziativa, tanti vedono ancora molti problemi irrisolti. La trazione elettrica a batteria è promossa dalla UE come soluzione pulita, ma la mancanza di altre opzioni tecnologiche è fonte di preoccupazione, unitamente al timore che possano essere imposti obblighi di acquisto per le flotte aziendali – che potrebbero risultare particolarmente onerosi per il settore.

Le carenze della rete e la necessità di revisione

Uno degli aspetti critici del piano è il riconoscimento delle carenze della rete infrastrutturale. La Commissione Europea non ha pianificato una revisione anticipata delle norme sulle emissioni di CO₂ per i veicoli pesanti, cosa che avrebbe potuto allineare meglio le ambizioni di riduzione delle emissioni con le condizioni reali. Gli autotrasportatori ritengono che questa revisione sia essenziale per includere tecnologie di combustibili puliti e affrontare le carenze attuali.

La reazione dell’IRU

L’IRU (International Road Transport Union) ha accolto con favore alcuni aspetti del piano, come l’approccio agli incentivi e il miglior accesso alle infrastrutture di ricarica. Tuttavia, ha anche espresso preoccupazione per la mancanza di neutralità tecnologica del piano. 

La direttrice dell’IRU per l’UE, Raluca Marian, ha sottolineato la mancanza di carburanti alternativi nel piano, come i combustibili neutri in carbonio, i combustibili rinnovabili, i biocarburanti e l’idrogeno. Nonostante gli obblighi legali per la costruzione di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, il piano non sembra prendere sul serio questa tecnologia.

Incentivi e regolamentazione della domanda

Il piano include incentivi specifici per l’ecologizzazione delle flotte aziendali, un passo positivo secondo l’IRU, che potrebbe accelerare l’adozione di veicoli pesanti a zero emissioni. Le proposte di emendamento alla Direttiva Eurovineta e le revisioni delle norme sui pesi e dimensioni sono anch’esse ben accolte. Tuttavia, persistono incertezze riguardo ai possibili obblighi di acquisto per le flotte aziendali. L’IRU è preoccupata che tali obblighi, se imposti senza adeguato supporto finanziario e normativo, possano gravare eccessivamente sugli operatori del trasporto commerciale.

Un ulteriore elemento di preoccupazione è la regolamentazione della domanda, che potrebbe distorcere il mercato e mettere fuori gioco molti operatori. Raluca Marian ha evidenziato che, sebbene gli incentivi e l’accesso alle infrastrutture di ricarica siano prerequisiti fondamentali per una sana adozione dei veicoli elettrici a batteria, la legge sull’ecologizzazione delle flotte aziendali potrebbe introdurre obiettivi di acquisto obbligatori. Questo, a sua volta, potrebbe avere un impatto negativo sul mercato.

Il nuovo Piano di Decarbonizzazione dell’UE introduce importanti cambiamenti e nuove strategie, ma solleva anche numerosi dubbi e preoccupazioni nel settore dei trasporti. È essenziale che le autorità e gli stakeholder lavorino insieme per affrontare le sfide e garantire una transizione equa e sostenibile verso un futuro a zero emissioni. Gli autotrasportatori dovranno rimanere informati e pronti ad adattarsi ai nuovi sviluppi, mentre continuano a lottare per soluzioni che tengano conto delle loro reali esigenze e condizioni operative.

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