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Robot umanoidi in magazzino, cresce il numero dei test pilota

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©GXO Reflex

La fantascienza di pochi anni fa è assimilabile alla realtà odierna: se non vediamo (ancora) robot umanoidi – quelli che nei film erano chiamati ‘androidi’ – aggirarsi per le nostre strade dandoci la misura di quanto essi siano una tecnologia che si avvia alla piena maturità, è solo perché il loro impiego è, ad oggi, confinato in spazi ben precisi.

Questi, per la precisione, sono gli spazi della logistica, che offre un ottimo campo di applicazione per i robot umanoidi, ossia che replicano parzialmente o in toto le movenze umane e che permettono di rimpiazzare gli operatori in carne ed ossa nei lavori ripetitivi e di fatica.

Unendo una serie di vantaggi ideali per un’azienda – non sentire la fatica, garantire perennemente gli stessi livelli di produttività, velocità, precisione senza mai farsi male (si potrebbe anche aggiungere il non pensare, dunque non poter avere volontà contrastanti con le logiche aziendali) – i robot umanoidi sono i candidati perfetti per colmare i buchi lasciati dalla carenza di manodopera, problema per altro in costante aumento.

Non è dunque un caso che i progetti pilota che li coinvolgono siano in aumento: l’ultimo in ordine cronologico è portato avanti dal colosso logistico GXO, che si trova però in buona compagnia.

Robot umanoidi, la crescita secondo Morgan Stanley

L’attecchire dell’interesse per i robot umanoidi nelle applicazioni industriali è piuttosto evidente, tanto che una recente ricerca di mercato condotta da Morgan Stanley preconizza quota 8 milioni di esemplari in circolazione entro il 2040, tappa intermedia per raggiungere i 63 milioni appena dieci anni più tardi.

In pratica, una nazione grande come l’Italia composta da soli robot dalle sembianze e movenze umane potrebbe aggirarsi nei soli capannoni statunitensi, dato che l’analisi di Morgan Stanley era rivolta alla realtà a stelle e strisce.

I dati citati sono accompagnati da una stima dell’impatto che così tanti robot avrebbero sulla monetizzazione dei salari erogati dalle aziende, assorbendone 357 miliardi di dollari i primi 8 milioni di esemplari e ben tremila miliardi di dollari una volta diventati 63 milioni.

Il 74% dei posti di lavoro in competizione con le posizioni esigibili dai robot umanoidi, nonché quelle limitrofe sarebbero in qualche misura ‘impattate’ dall’arrivo dei colleghi meccanici e il 40% dei dipendenti vedrebbe modificare il proprio impiego.

Il fenomeno non interessa la sola logistica, in quanto M.S. stima che anche settori come l’edilizia (70% dei posti di lavoro interessati), l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca (67% complessivamente) sarebbero coinvolti.

D’altronde, ovunque laddove vi siano da svolgere mansioni pesanti, pericolose e logoranti fisicamente, i robot umanoidi possono far risparmiare tra i 500mila ed il milione di dollari a lavoratore, rispetto agli umani, nell’arco di un ventennio.

Da Amazon a GXO, sempre più robot umanoidi

L’ultima a dare notizia di stare introducendo robot umanoidi all’interno delle proprie operazioni di magazzino è GXO Logistics, Inc., notissimo colosso dei servizi logistici.

L’azienda di Greenwich nel Connecticut sperimenterà infatti un modello di robot umanoide multiuso prodotto da Reflex Robotics, società newyorkese specializzata nello sviluppo di androidi et similia: potendo passare indifferentemente da compiti ripetitivi alla raccolta dei prodotti, al trasferimento di contenitori ad altri tipi di automazione ancora, si tratta di un robot che promette particolare versatilità in magazzino.

GXO intende controllare l’andamento del test con un programma denominato “operational incubator”, sfruttando il magazzino reale come caso studio e sviluppando nel frattempo una serie di casi d’utilizzo del Reflex Robot per conto di un suo cliente inerito nella classifica dei Fortune 100, ossia le prime cento aziende al mondo per fatturato.

Chiaramente, il robot umanoide dovrebbe sopperire alle carenze di manodopera in determinati settori di magazzino, in prospettiva, ma anche, a detta di GXO, permettere ai dipendenti umani di accedere a carriere ‘più gratificanti’.

Analogamente, anche altre grandi aziende della logistica stanno testando nel mondo reale l’impiego di robot umanoidi: il caso più noto è senz’altro quello di Amazon, che ha introdotto recentemente la nuova generazione di prodotti a marchio Agility Robotics con l’androide Digit.

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